L’ importanza di un sana alimentazione nella prevenzione e gestione delle malattie cardiovascolari

Una dieta ed uno stile di vita sano sono i punti cardine per una corretta prevenzione e gestione delle malattie cardiovascolari. Non è così difficile come si possa pensare!

La relazione tra sana alimentazione e salute è molto complessa e le strategie da adottare per prevenire o gestire le malattie croniche, come malattie cardiovascolari (CVD), sono di estremo interesse. Ancora ad oggi, quest’ultime, rimangono la principale causa di morte al mondo, nonostante ci sia stato, nel corso degli anni, un netto miglioramento delle terapie farmacologiche e chirurgiche.

Le abitudini alimentari influenzano direttamente la probabilità che ciascuno di noi ha di sviluppare eventi cardiovascolari acuti, esercitando il loro effetto su parametri clinici strettamente correlati, quali la pressione sanguigna, livelli di lipidi (colesterolo, trigliceridi) nel sangue, obesità, infiammazione e funzionalità endoteliale. Infatti, se è vero che la sedentarietà e l’alimentazione scorretta contribuiscono in modo sostanziale all’incidenza della morbilità e mortalità cardiovascolare e per tutte le cause, numerosi studi osservazionali hanno altresì documentato i molteplici vantaggi che si hanno nel mantenere comportamenti salutari durante tutta la vita.

Nel corso degli ultimi decenni molti studi scientifici, volti a comprendere ed identificare l’effetto che una corretta alimentazione può esercitare sulla nostra salute, hanno dimostrato come l’aderenza ad un’alimentazione di qualità sia in grado di ridurre a lungo termine il rischio di malattia e mortalità cardiovascolare anche nei giovani adulti.

Un corretto percorso alimentare e un adeguato stile di vita sono scelte indispensabili per prevenire le malattie cardiovascolari, anche in quei soggetti che mostrano un profilo genetico associato al rischio cardiaco.

Sulla base delle evidenze scientifiche disponibili e delle attuali linee guida sulla prevenzione cardiovascolare, le raccomandazioni da seguire, per intraprendere un corretto percorso alimentare, sono le seguenti:

  • Sostituire i grassi saturi con grassi insaturi. Gli acidi grassi saturi dovrebbero rappresentare meno del 10% dell’apporto energetico totale con la loro parziale sostituzione con quelli monoinsaturi (olio extravergine di oliva) e polinsaturi (pesce azzurro, salmone, frutta secca);
  • Prediligere un modello alimentare ricco in proteine vegetali (cereali,legumi) e in fibre (cereali integrali, legumi, verdura, frutta), utili sia al fine di raggiungere il senso di sazietà ma ancor di più per l’azione che esercitano sul microbiota intestinale e sul controllo della colesterolemia e della glicemia. Studi scientifici dimostrano come l’assunzione giornaliera di cereali integrali ( circa 50gr/giorno) siano in grado di ridurre il rischio cardiovascolare di circa il 20%.
  • abolire gli acidi grassi trans (parzialmente idrogenati), che si trovano soprattutto nelle margarine “dure” e nei prodotti da forno di bassa qualità, in quanto aumentano il colesterolo “cattivo” (LDL) riducendone quello “buono” (HDL), aumentando il rischio cardiovascolare;
  • ridurre a meno di 5gr al giorno l’assunzione di sale;
  • limitare il consumo di alcol a 1 bicchiere al giorno ( massimo di 100g a settimana);
  • limitare il consumo di zuccheri semplici, dovrebbe essere inferiore al 10% dell’apporto energetico totale;
  • limitare il consumo di carne rosse e di carni lavorate;
  • limitare il più possibile il consumo di bevande zuccherate;
  • consumare pesce almeno una volta a settimana, alimento ricco di: minerali, acidi grassi omega-3 e con un basso contenuto di colesterolo. Da preferire il pesce azzurro, ricco di grassi “buoni” omega-3. Il consumo di almeno una porzione di pesce a settimana determina la riduzione del rischio cardiovascolare di circa il 16%.

Tuttavia, accanto alle citate raccomandazioni nutrizionali scientificamente condivise, le linee guida suggeriscono di limitare il tempo di sedentarietà e di impegnarsi nello svolgere una costante attività fisica anche leggera come: camminata, nuoto lento, bicicletta, ecc… in relazione alle individuali condizioni di salute.

Una costante attività fisica, infatti, contribuisce a:

  • migliorare i livelli plasmatici di insulina nel sangue e la sua sensibilità nei tessuti periferici;
  • stimola il transito intestinale;
  • agisce sul metabolismo energetico;
  • riduce il rischio di sovrappeso e obesità;

In conclusione, il messaggio che bisogna recepire è la necessita di acquisire la consapevolezza che i cambiamenti dello stile di vita, comprensivi di una regolare attività fisica, e l’aderenza ad un corretto percorso alimentare sono le principali misure da mettere in atto al fine di ridurre l’incidenza di malattie cardiovascolari e delle loro recidive.