Il mantenimento di un Microbiota “sano”: alleato della salute psico-fisica

Con il termine microbiota si intende l’insieme di microrganismi (virus, protozoi, funghi, elminti e batteri) che colonizzano organi e tessuti di un individuo dall’inizio della sua vita fino alla fine, l’insieme del suo patrimonio genetico invece, viene definito Microbioma.

I microrganismi con cui conviviamo, in una relazione dinamica e simbiotica, sono presenti in molteplici compartimenti del nostro organismo come per esempio la pelle, l’apparato riproduttivo, la cavità orale, naso, polmone, vie urinarie e l’apparato gastrointestinale (GI).
L’equilibrio del nostro microbiota è strettamente legato al nostro stile di vita, alla nostra alimentazione e più in generale a tutti quei fattori ambientali che si ripercuotono sul nostro stato di salute, sia a livello fisico che psicologico.
Ricerche scientifiche hanno dimostrano come il microbiota sia in grado di influenzare, attraverso complesse vie di comunicazione, i principali sistemami fisiologici:

  • sistema immunitario;
  • sistema nervoso centrale;
  • infiammazione;

Tenendo conto di quanto detto, si intuisce che, riuscire a caratterizzare e comprendere quali siano le vie di comunicazione e la correlazione tra il microbiota ed i meccanismi di regolazione delle malattie croniche, sia un passo fondamentale per capire come modulare l’attività del microbiota e quindi, di riflesso, i vari meccanismi cellulari che esso è in grado di regolare.

Il microbiota intestinale è tra tutti, quello maggiormente studiato, esso fa parte di un complesso microambiente il cui equilibrio è di fondamentale importanza per:

  • il mantenimento dell’integrità e permeabilità della barriera vascolare-intestinale;
  • assimilazione delle sostanze nutritive;
  • sintesi di alcune vitamine, quali vitamina K e vitamine del gruppo B;
  • sintesi di acidi grassi a catena corta (SCFA);
  • regolazione di assorbimento dei minerali
  • immuno-modulazione.

Ad esempio, alterazioni nello stato di integrità e permeabilità della barriera intestinale comporta un disregolazione nel controllo del passaggio di molecole e microrganismi potenzialmente patogeni verso il circolo ematico, con conseguenti ripercussioni sia a livello locale che in diversi distretti del nostro organismo.
Allo stesso modo, variazioni nella composizione e nell’espressione genica del microbiota intestinale sono associati al rischio di insorgenza di varie patologie del tratto GI: sindrome dell’intestino irritabile, celiachia, malattie infiammatorie croniche intestinali, ecc.
Studi scientifici dimostrano come un stato di disequilibrio del nostro microbiota intestinale, accompagnato ad una concomitante iper-produzione di mediatori dell’infiammazione, oltre a causare lesioni a livello locale, possono raggiungere diversi distretti corporei attraverso il circolo sanguigno, contribuendo così, all’insorgenza e progressione di malattie croniche, quali: sindrome metabolica, oncologiche, neurodegenerative, neuro-infiammatorie, obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, allergie, ecc.

I 4 phyla (specie) batterici maggiormente presenti a livello del microbiota intestinale nell’uomo adulto sono:

  • Firmicutes 72% ;
  • Bacteroidetes 20%;
  • Actinobacteria e Proteobacteria, 5‐8%

Lo stato di equilibrio tra i diversi phyla batterici e il microambiente che li circonda viene scientificamente definito come una condizione di eubiosi, al contrario una sua alterazione come disbiosi.
Bisogna tener presente che, essendo il microbiota intestinale dinamico e versatile, si adatta e muta durante le diversi fasi della vita ed è specifico per ciascun individuo.
Identificare quale assetto del microbiota possa favorire uno stato di salute o indurre uno stato di malattia è oggetto di un’attenta e continua ricerca scientifica.
Esistono, allo stato attuale, evidenze che supportano l’idea che composizione e attività del microbiota intestinale possano influenzare gli aspetti cruciali della crescita, sviluppo, invecchiamento e malattia. In particolare, un’alimentazione sana e bilanciata è uno dei determinanti chiave di variabilità delle comunità microbiche intestinali capace di modulare le abbondanze relative dei vari gruppi microbici e, quindi, le relative funzioni metaboliche.

La metaproteomica (lo studio dell’insieme delle proteine prodotte dalla popolazione batterica) e la metabolomica (lo studio dei metaboliti prodotti dalla comunità batterica) della nutrizione umana, hanno lo scopo di studiare e chiarire le complesse interazioni tra dieta, struttura e funzione del microbiota intestinale e salute dell’ospite.
La conoscenza del profilo microbico individuale, attraverso l’uso di test diagnostici sempre più specifici e affidabili, sarà dunque l’elemento chiave su cui far rifermento per identificare in maniera affidabile gli individui a rischio, nonché fornire le corrette informazioni per costruire un percorso alimentare finemente personalizzato.
Sulla base delle conoscenze attuali, la dieta mediterranea, ricca in alimenti vegetali, vitamine lipo ed idrosolubili, acidi grassi e fibre è alla base della prevenzione della disbiosi intestinale; viceversa, una dieta cosiddetta “occidentale”, ricca di carboidrati e grassi saturi, comporta una maggiore probabilità di sviluppare disbiosi, e conseguenti malattie infiammatorie intestinali.

Possiamo quindi concludere affermando che, il mantenimento di un Microbiota in salute, è un punto chiave nella prevenzione e gestione delle malattie sistemiche, nonchè un sostanziale alleato a nostra disposizione durante la gestione e somministrazione delle terapie farmacologiche.